Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Martedì, 12 Aprile, 2022
Nome: 
Gianluca Benamati

A.C. 3495-A/R

Grazie, Presidente. Prima di entrare nel vivo dell'esame della discussione sul testo e della dichiarazione di voto, mi permetta di esprimere, a nome mio personale e del gruppo del Partito Democratico, cordoglio e vicinanza ai parenti e ai familiari delle vittime del feroce attentato di New York (Applausi), che, pur così distante da noi, ci colpisce così profondamente.

Detto questo, Presidente, io credo che sia importante rimarcare come questo passaggio non sia un passaggio retorico, nel senso che la fiducia è sempre un momento importante, ma questo momento lo è, secondo noi, di più, per la natura del provvedimento che abbiamo in esame. Questa è la tessera di un mosaico che va a comporre un insieme di strumenti per superare la grave crisi energetica che mina il Paese dalle fondamenta. Il decreto-legge che stiamo per convertire, con le modificazioni in Commissione, è un documento importante per ciò che conteneva e per ciò che abbiamo aggiunto. Ho già sentito molto nelle dichiarazioni di voto e molto è stato detto nella discussione generale. In questo decreto c'erano misure importanti, ci sono misure importanti, come la continuazione della riduzione degli oneri generali sul gas e sull'energia elettrica anche per il secondo trimestre energetico, il credito d'imposta per gli energivori, un'attenzione alla modifica del bonus sociale per le fasce più deboli, misure per l'autotrasporto, ma anche una misura come il gas release, che noi abbiamo chiesto più volte, cioè l'utilizzo della nuova produzione nazionale rafforzata, i 2 miliardi di metri cubi che, attraverso il GSE, saranno estratti e saranno messi sul mercato a prezzi congruenti con quelli di acquisto, in modo da rispondere alle esigenze del tessuto produttivo. Ci sono misure, è stato richiamato, importanti per i bioliquidi, per la riconversione di quella filiera chimica così in sofferenza. E ci sono misure importanti per la semplificazione delle procedure di installazione delle fonti rinnovabili. Ma anche politica industriale: fra gli altri interventi, l'articolo 22 sull'automotive, l'articolo successivo sulle tecnologie innovative e i microprocessori. A questo la Commissione, in un lavoro importante, ha aggiunto, con molti emendamenti parlamentari accettati, molti miglioramenti: sulle semplificazioni, con le procedure di revamping; sull'autoproduzione, con le connessioni e con le semplificazioni per le procedure di connessione e molto altro; con il miglioramento delle procedure per l'estrazione di gas, che, mi dispiace dire, funzionerà e darà un aiuto al Paese. Siamo intervenuti sull'agrivoltaico, coprendo un punto di incertezza che poteva essere delicato. Sui bioliquidi abbiamo stabilito una maggiore produzione, a fronte dell'uso migliore delle risorse disponibili. Abbiamo introdotto, similmente al gas, la possibilità di un'energia elettrica, di un electricy release, cioè la possibilità per il Governo di acquisire, tramite GSE, energia elettrica dai produttori per cederla a prezzi, anche qui, congruenti alle aziende e a chi lavora; ma anche stabilito il principio per cui l'energia elettrica pubblica, in proprietà al GSE, può essere ceduta, per calmierare i prezzi, al sistema delle imprese. Abbiamo lavorato sul credito d'imposta per il superbonus e su questo abbiamo discusso, non siamo ancora arrivati alla conclusione, ma abbiamo discusso sul tema della percentuale di lavori da eseguire nelle unifamiliari al 30 giugno. Dicevo - e mi limito a questo, signora Presidente, signori e signore rappresentanti del Governo - sono misure che hanno fatto uscire questo provvedimento più ricco e, a nostro giudizio, più efficace rispetto a come era entrato in Commissione.

Noi abbiamo seguito dei princìpi, però, non sono un'accozzaglia di emendamenti gettati alla rinfusa secondo l'interesse di alcuni, ma abbiamo seguito alcuni princìpi. Sugli extraprofitti è importante, come veniva detto, perseguirli e tassarli, ma è anche importante evitare che si formino, perché, se non rimuoviamo le strutture che permettono di formare questi extraprofitti, non risolviamo il problema del sistema, e siamo andati in quella direzione.

Noi chiediamo, naturalmente, un aiuto, vogliamo dare un aiuto al Paese a raggiungere la propria autonomia, come dicevo prima, con alcuni emendamenti in questo settore. Noi abbiamo un Paese che si basa, come sistema energetico, sul gas e sulle rinnovabili. Abbiamo migliorato il sistema di produzione nazionale, sapendo che il nostro Paese, per fortuna geografica, conta tre grandi linee verso l'Africa e il lontano Oriente, la TAP. Vediamo che il Presidente del Consiglio, in Algeria, ha dato un contributo importante, ha siglato un accordo che darà un contributo importante all'autonomia del Paese sul gas. E questo provvedimento migliora sia le procedure di estrazione, sia le procedure di rilascio verso il mondo delle imprese.

Sulle FER, che sono la vera scommessa del Paese, noi abbiamo semplificato ulteriormente quello che era un decreto che andava in questa direzione. Ma non basta, signora Presidente e signori membri del Governo, parlare di penetrazione delle rinnovabili, se noi non parliamo della penetrazione dei vantaggi economici di quella tecnologia verso cittadini ed imprese. E questo noi lo abbiamo fatto muovendoci su un sistema di emendamenti che, per la prima volta, come dicevo poc'anzi, introducono nell'ordinamento italiano la possibilità per il Governo - che ha fatto una scelta, ha scelto come scrivere, con una riformulazione, questi metodi - tramite il GSE di recepire energia elettrica e cederla al mondo delle imprese a prezzi congruenti con il prezzo d'acquisto e con il prezzo delle tecnologie di produzione. Questo era quello che il Ministro Cingolani chiamava il disaccoppiamento fra i costi della tecnologia e i costi del prezzo marginal price. Ma non posso non ricordare anch'io, come il collega Fornaro, l'articolo sull'automotive, perché è una battaglia di questo gruppo parlamentare.

Noi ci siamo sempre spesi per questa filiera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Oggi abbiamo un patrimonio di 12-13 miliardi fra quelli stanziati in questo decreto e il PNRR. Noi chiediamo, ancora una volta, per una volta ulteriore e sperando di fare cosa che avrà ascolto, un piano nazionale per la spesa di questi fondi nei prossimi 10 anni, incentivi, come sono quelli del nuovo decreto appena uscito, ma anche politica industriale.

Noi, quindi, signora Presidente, leggiamo questo decreto in maniera positiva e, siccome c'è stato un proficuo lavoro nelle Commissioni che ha coinvolto tutte le forze politiche, lo facciamo ringraziando - lo voglio dire non formalmente, ma in maniera sentita - tutti i rappresentanti del Governo - la sottosegretaria Bergamini, la sottosegretaria Gava, la sottosegretaria Castelli, la sottosegretaria Sartore, oltre che il Ministro Cingolani - che si sono alternati nelle Commissioni in quella che è stata una maratona. Lo dico perché nulla oggi è scontato per il futuro: il Paese, in questa crisi energetica, sta mettendo in gioco se stesso. Intere filiere - ma dobbiamo smettere di parlare di filiere, dobbiamo parlare di lavoro e di benessere -, che significano lavoro e benessere, rischiano di chiudere. E, quindi, è chiaro che noi dobbiamo muoverci in maniera coerente, dobbiamo muoverci assieme, Parlamento e Governo, perché siamo nella stessa barca, una barca che, peraltro, ha una navigazione resa più difficile da questa guerra.

Concludo, Presidente. Questa non è una fiducia passiva, che è messa per troncare, per sopire un dibattito: questa è una fiducia attiva, che noi votiamo convintamente, su un testo che è stato migliorato, anzi, direi, se è possibile al Governo che in questa Camera è sempre benvenuto su questi testi. Pertanto, come dicevo, poiché si tratta di una fiducia attiva, diamo la fiducia non solo al Governo, ma anche al lavoro che è stato fatto su questo singolo provvedimento importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).